Storia

Negli anni trenta apparvero alcuni articoli sul bollettino "La campagna", pubblicazione della Cattedra Ambulante di Agricoltura della Provincia di Como, a firma di L.Formigoni e C. Fornaci che chiamarono "Brianzole di Oggiono" e poi semplicemente "Brianzole" le pecore che fino al allora venivano identificate come locali o meglio " nostrane", allevate in tutta la regione collinare della Brianza e presenti in maggiore densità nelle zone di Oggiono, Merate e Erba.

In questi comuni, venivano spesso organizzate fiere, e rassegne per la selezione e la marcatura dei soggetti migliori onde costituire il libro genealogico di razza.

Nel 1932 il dr. Formigoni scriveva "questa razza somiglia moltissimo a quella delle Langhe e della Frisa orientale".

In una conferenza tenuta a Milano il 14 febbraio 1942, sosteneva che" la nostra Brianzola meriterebbe di essere diffusa in quelle regioni dove si pratica l'allevamento semi-stallino per avere latte da fare formaggi freschi , come si pratica nelle Langhe dove si alleva una razza analoga ma meno nobile della nostra. In fatto di nobiltà la Brianzola viene subito dopo la Frisona".

E così la descriveva: "Caratteristiche principali di questa pecora sono: l'alta statura, il profilo della testa convesso e l'estensione della lana limitata alle parti del corpo che danno lana migliore.

Nella razza Brianzola a queste caratteristiche si sono unite una grande fecondità, precocità ed una purezza di vello quasi assoluta che ne rende la lana assai apprezzata. Dopo queste premesse la descrizione della razza è rapidamente completata: colore perfettamente bianco con assenza assoluta di macchie alla faccia,alle gambe e alle mucose, testa nuda fin dietro le orecchie coperte di pelo corto e lucido, orecchie pendule,sottili e lunghe fino alla connessione delle labbra, arti sottili, diritti, nudi sino all'inizio delle cosce e del gomito, coperti di pelo corto e lucido, tronco robusto, dorso diritto, spalle ben attaccate, groppa lunga, larga e ben inclinata, mammelle sviluppatissime con due capezzoli a volte soprannumerari che danno latte. Il peso delle femmine di 70/75 kg. e per i maschi di 90/95 kg. e oltre con una statura al garrese di cm.80 nelle pecore e cm.90 negli arieti. Il peso degli agnelli alla nascita di 3/4 kg. aumentava molto rapidamente fino a raggiungere 10/12 kg. a 1 mese, 20 kg .a due mesi, 30/35 kg. a quattro mesi e 50/60 a sei mesi.

Di questo animale la Cattedra Ambulante di Agricoltura prima e l'Ispettorato Agrario , della Provincia di Como , dopo, intrapresero delle azioni per la tutela e valorizzazione di questa "pregevole razza" "individuando le pecore migliori delle quali si fanno allevare per razza i maschi (da parti almeno trigemini) da distribuire nelle zone dove l'allevamento era stato un po' inquinato."

Si concedevano contributi del 50% per l'acquisto di arieti adulti e si erano istituiti diversi centri di monta pubblica per la difesa e diffusione della razza (Oggiono in Brianza e Blessagno in Val d'Intelvi).

Dopo gli anni 50 del secolo scorso, con l'industrializzazione, l'allevamento della Brianzola è andato sempre più regredendo fino a scomparire in alcune realtà territoriali. Solo alcuni piccoli proprietari ne possedevano alcuni capi tanto che la pubblicazione del 1993 del CNR "Atlante etnografico delle popolazioni ovine e caprine allevate in Italia", segnalava che alla fine degli anni 80 "un solo allevatore" con un piccolo gruppo di 40 soggetti teneva in vita questa razza/popolazione.